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Secondo
te è meglio l’abito bianco o quello nero?
Fanny alzò lo sguardo sull’amica che le stava mostrando lo stesso
abito in due tonalità differenti.
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Uhm,
fa lo stesso. – rispose annoiata.
Giada accostò l’abito bianco al suo corpo mentre si rimirava
d’avanti allo specchio. – Questo mi piace da morire, ma secondo me il bianco mi
ingrassa. Vuoi provarlo tu? – chiese allungandolo verso di lei.
Fanny lanciò un’occhiata al prezzo sul cartellino.
-
Stai
scherzando?! Credi che spenderò tutti questi soldi per andare a una festa di
cui non mi interessa niente con un ragazzo di cui mi interessa ancora meno?
-
Sì,
lo credo. – Sally le piazzò in mano il vestito. – perchè, a meno che tu non ti
dia malata, e ti ucciderei se lo facessi, a quella festa dovrai venirci. Quindi
tanto vale essere carine. E a te il bianco sta da Dio.
Fanny
si diresse riluttante verso il camerino. – Almeno la facciamo finita con questa
soria – tagliò corto.
Venti
minuti dopo stava pagando alla cassiera una cifra pari all’affitto del loro
appartamento.
-
Dai, Fanny. Non è
mica la fine del mondo! – Giada tentò di minimizzare.
-
Stupido,
stupidissimo ballo. – mormorò lei in tutta risposta, mentre uscivano dal
negozio.
Di
lì a qualche settimana ci sarebbe stato il diploma e lei, come Rappresentante
d’Istituto, aveva proposto di organizzare una “Festa in bianco e nero” ispirata
ai balli di fine anno americani.
Peccato
che, nel pieno dei preparativi, il Consiglio d’Istituto l’aveva informata che,
da brava Rappresentante, avrebbe fatto
da accompagnatrice al nuovo studente straniero che si era trasferito da poco
nella loro scuola che (strano ma vero!) nonostante il suo spiccato fascino, non
era riuscito a trovare una ragazza. Il Consiglio aveva pensato che mandarlo da
solo sarebbe stato sconveniente e che il ragazzo avrebbe potuto sentirsi
emarginato... e lei ci aveva rimesso.
In realtà,
molto probabilmente, anche lei ci sarebbe andata da sola. Giada era stata
invitata da un ragazzo di un altra sezione, mentre a lei, nessuno l’aveva
chiesto.
A diciannove
anni, Fanny aveva avuto ben poca esperienza con l’altro sesso. Seppure dotata
di una particolare bellezza, i ragazzi tendevano ad evitarla; forse per la sua
intelligenza - era la migliore della scuola, parlava perfettamente tre lingue,
e aveva un QI decisamente sopra la media
– o forse semplicemente perchè non le interessavano le stesse cose che
piacevano ai suoi coetanei. Non amava le feste, nè le discoteche nè tantomento
lo shopping. Anche perchè non aveva mai potuto permetterseli.
I suoi
genitori erano morti in un incidente d’auto quando aveva dodici anni e lei era
cresciuta in una casa-famiglia. Lì aveva conosciuto Giada, che si trovava lì da
molti anni perchè figlia di una eroinomane più volte arresta per furto e
prostituzione.
Raggiunta la
maggiore età le due avevano affitato due camere dello stesso appartamento e si
erano trovate un lavoro serale per potersi mantenere gli studi.
Quando
arrivarono a casa Fanny si chiuse in camera sua e tirò fuori l’abito dal
sacchetto.
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Stupido,
stupidissimo ballo. – ripetè tra sè e sè. – E stupidissimo Roby!
A cosa
diavolo servivano quel sorriso perfetto, quegli occhi profondi con le ciglia
lunghe e quel fisico da urlo che si ritrovava se poi...non era capace nemmeno
di trovarsi una donna da solo!